La donna che guardava le serie in tv
Guardare le serie è distensivo, aiuta a rilassarsi, a non pensare, a dimenticare se stessi. Al contrario della lettura, non c’è bisogno di sforzare l’ immaginazione per ricreare lo spazio – tempo che l’autore descrive…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 7 maggio 2019
La scelta
Sedette di scatto sul letto, gli occhi sbarrati sul buio della stanza, il cuore saltellante, la mente ancora avvolta nelle nebbie del sonno. A tentoni cercò l’interruttore e accese l’abatjour.
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 8 marzo 2019
Due donne e due Manhattan
-Ehi! Ehi! Calmati!-
-Sta zitta! Tu sei l’amante di mio marito! Tu, tu stai tentando di distruggere il mio matrimonio e mi chiedi di calmarmi? Io ti…- la donna, rossa in viso e con gli occhi che sembrava volessero scappare dalle orbite…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 21 settembre 2018
Una donna caritatevole
Non nevicava da due giorni e il sole splendeva in un cielo levigato. Sui vicoli del paese, la neve in parte si era sciolta e diventata sottili lastre di ghiaccio rendendo pericoloso il transitare.
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 25 giugno 2018
Edipo, Edipo!
Non appena chiuse la porta d’ingresso, percepì il freddo. Accese la luce e il suo umore peggiorò. Disseminati sui mobili del salotto si vedevano camice, maglioni, magliette, una giacca, un pantalone e persino un jeans appallottolato per terra. Li ignorò e passò in cucina.
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 23 aprile 2018
Verso Praga
Prima di attraversare il portone verificò di avere il cellulare nella tasca destra della giacca, la carta di credito e i soldi nel taschino interno e le chiavi in quello superiore…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 16 marzo 2018
Qwertyuiop
Anna spalancò le persiane della porta finestra che dava sul piccolo terrazzo e la luce si precipitò nella stanza, vivace e polverosa; si distese sul tappeto e invase la scrivania gettando dispettosi bagliori sull’austero schermo del computer.
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 16 febbraio 2018
Una banale lite tra moglie e marito
Si era lanciata verso l’ascensore che non era al piano e, senza esitare, aveva imboccato le scale ed era scesa a capofitto rischiando di sbagliare scalino e rotolare giù, magari uccidendosi da sola e sollevando lui da ogni colpa…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 19 gennaio 2018
Storia semiseria di un giovane brillante
Era un giovane brillante che faceva di tutto per apparire opaco e questo, a volte, gli creava un’inquietudine che sfociava in malumori improvvisi che scomparivano con la fugacità di un baleno. Era un maestro in mandare indietro stati d’animo che avrebbero potuto fornire qualche indicazione sul suo vero io…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 17 novembre 2017
Si chiama Gabriele come l’Arcangelo
“Si chiama Gabriele, come l’arcangelo. Gabriele Contini e come l’arcangelo è bello”. Quelle parole le ronzavano nel cervello come un insetto grasso e fangoso, pungevano ogni pensiero e lo facevano esplodere…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 20 ottobre 2017
Buon compleanno Rosanna
Aveva srotolato la pellicola trasparente per alimenti e, mentre la tagliava sull’orlo dentato della confezione, aveva provato una sorta di benessere, quasi di gioia…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 16 giugno 2017
Il suicidio
Le luci; di quella serata ricordava le luci ondeggianti delle candele sui tavoli e la larga distesa luminosa della città che ai margini si arrampicava, diradando, per le colline. Si stava bene sul terrazzo di quel ristorante, discreto, elegante; Marcello le aveva chiesto di sposarlo mentre i camerieri scivolavano silenziosi fra i tavoli…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 19 maggio 2017
In venti minuti
Irene attraversò la strada quasi correndo; non voleva arrivare, come al solito, giusto nel momento in cui l’autobus partiva o era appena passato. Alla fermata c’era un gruppetto di gente e dalle facce, annoiate e infreddolite, si capiva che aspettavano da molto. Bene, pensò Irene, vuol dire che non tarderà…
Pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Clara Maffei il 19 aprile 2017